Le conversazioni con Siri durano 2 anni
Parlare con Siri è comodo, efficace e fa risparmiare tempo. Ma come spesso accade con le tecnologie, la tendenza delle persone è di usarla senza porsi troppe domande. E questo capita non solo all'utente medio ma anche agli addetti ai lavori, come la redazione di Wired che, sollecitata da un difensore dei diritti civili, la settimana scorsa si è chiesta, senza sapersi dare risposta, che fine fanno le conversazioni con l'assistente vocale. L'articolo ha sollecitato la risposta di Apple che ha dichiarato che quel che chiediamo a Siri viene conservato due anni nei server della mela morsicata. Perché parlare con Siri è come parlare con Apple.
A sollevare il problema è stato Nicole Ozer, avvocato dell'American Civil Liberties Union, associazione a tutela dei diritti dei cittadini, che ha lamentato la scarsa chiarezza sulla conservazione dei dati personali da parte di Apple. Nelle FAQ del servizio non si fa menzione della cosa e nella policy sulla privacy viene indicato che in caso di sospensione dei servigi di Siri le conversazioni recenti vengono cancellate, mentre quelle più vecchie mantenute per qualche tempo ma rese anonime.
La richiesta di chiarimenti, raccolta da Wired, è giunta fino a Cupertino da dove la risposta, evento raro da quelle parti, non è tardata ad arrivare. La portavoce Trudy Muller ha chiarito che le domande poste all'assistente vocale vengono conservate nei server aziendali per ventiquattro mesi: per i primi sei mesi le registrazioni sono identificate tramite un numero (che sostituisce l'identità dell'utente ma è ad essa riconducibile), mentre per gli altri diciotto mesi il numero identificativo viene distrutto e i dati usati per migliorare il servizio. Soddisfatta della risposta Ozer ha invitato a includere le informazioni nella policy sulla privacy e possibilmente anche nelle FAQ.
Parlare con Siri e con gli altri assistenti vocali è come parlare con le aziende che offrono il servizio ed è bene ricordare che la memoria di queste aziende abbastanza è lunga. In genere gli utenti abbassano la guardia quando interagiscono con Siri e tendono a rivelare più di quanto fanno effettuando una ricerca digitandone i termini. Già l'anno scorso il management IBM, da sempre molto geloso dei propri segreti, ha imposto la disattivazione di Siri e successivamente degli altri assistenti vocali per timore che possano spifferare i segreti industriali ai concorrenti.